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FEBBRAIO
2025
In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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- Va DOMENICA TEMPO ORDINARIO
Sassari 08/02/2025
+ Va DOMENICA +
«PRENDI IL LARGO E GETTATE LE VOSTRE RETI PER LA PESCA»
Lc 5,4
+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 5,1-11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
COMMENTO ALLE LETTURE DELLA DOMENICA
Il racconto della vocazione di Isaia – un profeta vissuto otto secoli prima di Cristo – è ambientato nella cornice luminosa e solenne del tempio, dove risplendono la santità e la gloria di Dio («Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria»). Il profeta riconosce la propria indegnità di fronte alla chiamata che ha ricevuto («Un uomo dalle labbra impure io sono»). Ma Dio gli pone su queste stesse labbra una parola piccola piccola ("Eccomi"), ma ricca di efficacia ("Manda me!"). La chiamata di Simon Pietro si colloca nella cornice della vita quotidiana di pescatore, che scorre sul lago di Tiberiade. Dopo una notte di fatica e di insuccesso («Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla») interviene Gesù con l’efficacia prodigiosa della sua parola («Prendi il largo e gettate le reti per la pesca») e con la promessa di trasformare il lavoro di pescatore sul lago di Tiberiade nella missione di portare la salvezza a quel lago che d’ora in poi sarà il mondo degli uomini («Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini»). È la salvezza annunciata da Paolo, dagli apostoli e oggi dalla Chiesa.
Fonte: www.la-domenica.it
10 FEBBRAIO: ANNIVERSARIO DON BAZZONI
Lunedì 10 febbraio ricorre il 17° anniversario della morte del parroco fondatore Don Antonio Bazzoni . Le Sante Messe saranno celebrate in suo suffragio.
11 FEBBRAIO: N.S. DI LOURDES E GIORNATA DEL MALATO
Il programma prevede la Santa Messa con gli ammalati alle ore 11:00, alla sera ore 17:00 Adorazione, S. Rosario e alle ore 18:00 la Santa Messa. Al termine ci sarà la fiaccolata.
- FESTA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Sassari 01/02/2025
+ FESTA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE +
Candelora e Giornata per la Vita
«IL BAMBINO CRESCEVA E SI FORTIFICAVA, PIENO DI SAPIENZA, E LA GRAZIA DI DIO ERA SU DI LUI»
Lc 2,40
+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 2,22-40)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
COMMENTO ALLE LETTURE DELLA DOMENICA
L’attesa profonda di un uomo anziano racchiudeva quella di un intero popolo: Simeone «aspettava la consolazione d’Israele». Nasce così la speranza cristiana, da un’attesa che scava il cuore e si protrae nel tempo, come lo sfregare di legno su pietra: prima viene il calore e poi nasce una scintilla. Vale la pena vivere l’"urlo" di gioia e dolore per sentir nascere in noi la fiamma dello Spirito, piccola come quella oggi accesa tra le nostre mani, grande come la luce interiore della promessa che ha guidato il vegliardo: «I tuoi occhi vedranno Cristo»! È la "festa dell’incontro" tra il Signore che entra nel suo tempio e la Chiesa-umanità che lo accoglie tra le braccia. Il «Re della gloria forte e valoroso» che attendevamo ha gli occhi del piccolo Bambino offerto al Padre. Tanto Dio si è avvicinato a noi per abbracciarci da lasciarsi abbracciare, lui che ha voluto avere in comune con noi «il sangue e la carne», cioè la fragilità della condizione umana fino al suo limite estremo, la morte. Ecco l’abbraccio d’amore che nutre la speranza: l’incontro tra Dio e il suo popolo.
Fonte: www.la-domenica.it
STATUA CARLO ACUTIS
In occasione della futura canonizzazione del Beato Carlo Acutis chi vuole può contribuire lasciando la sua offerta in parrocchia.