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 Notizie - NOVEMBRE 2013

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-TRENTAQUATTRESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
23/11/2013


+ SOLENNITA’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO+

«IN VERITA’ TI DICO: OGGI CON ME SARAI NEL PARADISO»

Luca 23,43
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 23,35-43)

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».


Commento alle letture

A conclusione dell’Anno liturgico, la Chiesa propone la solennità di Cristo Re dell’universo. Il brano del Vangelo di Luca narra il momento della crocifissione di Gesù. L’immagine che ci trasmette è quella di un re che è esattamente l’opposto di quello che l’immaginario umano si aspetterebbe. È un sovrano che regna dalla Croce. Egli si presenta a noi povero, indifeso, mendicante, prigioniero, e vuole essere riconosciuto in quanti si trovano in queste situazioni. Il suo regno è l’unico che non solo promette, ma assicura la felicità eterna, come Gesù conferma al buon ladrone. Anche il brano tratto dal secondo Libro di Samuele parla di regalità e ricorda l’omaggio delle tribù d’Israele al re Davide.

Cristo si inserisce pienamente in questa linea regale, ma a differenza dei regni umani, pur lunghi che siano, il suo sarà imperituro. Anche l’apostolo Paolo nella lettera ai Colossesi parla di Cristo quale primogenito di coloro che risuscitano dai morti, il principio di tutto, il re che domina tutte le potenze visibili e invisibili.

CHIUSURA DELL’ANNO DELLA FEDE

Al termine dell’Anno della fede, la Chiesa è chiamata a testimoniare Cristo con rinnovata convinzione. I cristiani devono rivolgersi al Signore come a colui che dà origine alla loro fede e la porta a compimento (Cfr. Eb 12,2). È Cristo infatti il vero soggetto dell’evangelizzazione e la Chiesa ha ricevuto da Lui la missione di annunciare il Vangelo, che è «potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede» (Rm 1,16). Chi annuncia il Vangelo con la predicazione, le molteplici opere di apostolato ed anche con testimonianza personale, partecipa quindi alla carità di Cristo, che ci ha amati e ha donato se stesso per noi (Cfr. Ef 5,2).

La testimonianza della fede deve sempre compiersi alla luce della verità, che il Magistero del successore di san Pietro e dei Vescovi in comunione instancabilmente propone all’interno della Tradizione della Chiesa. Come ricordava Papa Paolo VI, – «anche la più bella testimonianza si rivelerà a lungo impotente, se non è illuminata, giustificata – ciò che Pietro chiamava "dare le ragioni della propria speranza" – ed esplicitata da un annuncio chiaro e inequivocabile del Signore Gesù» (EN, 22). Consapevoli che l’evangelizzazione coinvolge tutti i battezzati e confortati dalla testimonianza dei Santi, i cristiani non devono stancarsi di testimoniare la fede in Cristo all’uomo contemporaneo.

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24 NOVEMBRE: FINE ANNO DELLA FEDE

Tutta la Chiesa Turritana si radunerà domenica 24 novembre per la conclusione dell’Anno della Fede assieme al suo pastore l’Arcivescovo mons. Paolo Atzei nella Chiesa Cattedrale alle ore 16:00 per la Solenne Celebrazione Eucaristica.

>> IN PARROCCHIA NON SI CELEBRERA’ LA S. MESSA DELLE 18:00 PER PARTECIPARE TUTI ALLA CELEBRAZIONE IN DUOMO


PELLEGRINAGGI 2014

- GRECIA E ALBANIA seguendo i viaggi apostolici di San Paolo (scarica cliccando qui)

- RIESE SAN PIO X nei luoghi del nostro santo patrono (scarica cliccando qui)





-TRENTATREESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
16/11/2013


+ XXXIIIa DOMENICA T. ORDINARIO +

«CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA»

Luca 21,19
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 21,5-19)

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».


Commento alle letture

L’Anno Liturgico volge al termine e la parola di Dio orienta lo sguardo verso il futuro, non per svelarci ciò che accadrà negli ultimi tempi, ma per mostrarci come vivere il presente nella speranza. Gesù invita a non lasciarsi ingannare né terrorizzare da quanto accade nel tempo. Ogni epoca storica è caratterizzata da eventi drammatici, come guerre, persecuzioni e calamità naturali. Il senso della nostra vita, però, riposa altrove: nel Padre che custodisce ogni capello del nostro capo. «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita»: solo perseverando nella relazione con il Signore potremo trovare il senso della nostra vita, pur attraversando quelle situazioni oscure e difficili che la storia non ci risparmia.

Più che cercare in modo vano di indovinare ciò che accadrà in futuro, dobbiamo vivere con responsabilità il tempo presente, come Paolo esorta a lavorare senza ozi e pigrizie. Infatti, afferma il profeta Malachia, chi vive nel timore del Signore (cioè nella fede) non rimane nell’oscurità della notte, ma riceve i «benefici del sole di giustizia».

ANNO DELLA FEDE: LA PRIMA ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco, il 29 giugno scorso, ha promulgato la sua prima Enciclica, per gran parte stesa dal predecessore Benedetto XVI. Il titolo è molto significativo: "Lumen fidei", "La luce della fede". Di fronte a una società che sembra voler additare la fede come un mezzo di compensazione delle difficoltà e delle sofferenze umane o, al contrario, come fonte di angoscia verso un aldilà di cui poco si conosce, il Papa indica che la fede, invece, rischiara il cammino di tutta la vita e chi crede «resta saldo» (Cfr. Is 7,9), è in grado di vedere e di comprendere l'esistenza propria e dell’umanità con occhi totalmente diversi.

Dopo i primi punti (1- 7) sulla necessità di riscoprire il valore della fede, l’enciclica offre una rilettura sulla prima virtù teologale dell’Antico e del Nuovo Testamento (8-21) per affrontare poi le problematiche attuali su fede e verità, fede e conoscenza, fede e amore, fede e ricerca di Dio (23-36). Una terza parte è dedicata alla fede nella Chiesa, nei Sacramenti, che trovano la loro espressione massima nell’Eucaristia, nella preghiera (37-49), infine la fede nel vissuto della famiglia e della società (50-57) sull’esempio di Maria (58-59). La fede si alimenta con la preghiera e lo studio, ha come riferimento il Decalogo e le Beatitudini evangeliche. Il traguardo del cammino di fede è la visione, la comunione piena con la Trinità.

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24 NOVEMBRE: FINE ANNO DELLA FEDE

Tutta la Chiesa Turritana si radunerà domenica 24 novembre per la conclusione dell’Anno della Fede assieme al suo pastore l’Arcivescovo mons. Paolo Atzei nella Chiesa Cattedrale alle ore 16:00 per la Solenne Celebrazione Eucaristica.

>> IN PARROCCHIA NON SI CELEBRERA’ LA S. MESSA DELLE 18:00 PER PARTECIPARE TUTTI ALLA CELEBRAZIONE IN DUOMO


PELLEGRINAGGI 2014

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-TRENTADUESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
09/11/2013


+ XXXIIa DOMENICA T. ORDINARIO +

«DIO NON È DEI MORTI, MA DEI VIVENTI»

Luca 20,38
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 20,27-38)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».


Commento alle letture

Nel Nuovo Testamento la fede nella risurrezione dei morti è fondata sulla risurrezione di Gesù. Il brano di Luca è l’unico testo in cui la risurrezione, anziché sulla Pasqua di Gesù, si fonda su altro: la fedeltà di Dio alla nostra vita. Emerge così quale sia stata la consapevolezza interiore con cui Gesù stesso ha affrontato la morte, certo che il Padre non lo avrebbe abbandonato alla corruzione del sepolcro. Se la morte ci può strappare a una persona cara, non può strapparci dalle mani di Dio, che è fedele e ha legato per sempre il suo nome al nostro.

Egli è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di ciascuno di noi. Siamo suoi figli e l’appartenenza alla fedeltà del suo amore è più forte di ogni separazione, inclusa la morte. Per questo motivo, afferma Gesù, se siamo figli di Dio siamo anche figli della risurrezione, perché apparteniamo al Dio fedele, al Dio della vita. Con questa fede si possono vivere nella speranza situazioni di crisi, di prova, persino di persecuzione, perché – ricorda san Paolo nella II Lettura – «il Signore è fedele… egli vi custodirà dal Maligno» e da ogni altra forma di male.

ON-LINE LA DIRETTA DI RADIOMARIA DEL 6 NOVEMBRE SCORSO

E’ disponibile on-line il file in formato MP3 della diretta trasmessa da Radio Maria lo scorso 6 novembre. Si può scaricare direttamente dalla sezione del sito "La Voce" oppure cliccare qui.



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-TRENTUNESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
02/11/2013


+ XXXIa DOMENICA T. ORDINARIO +

«IL FIGLIO DELL’UOMO INFATTI E’ VENUTO A CERCARE E SALVARE CIO’ CHE ERA PERDUTO»

Luca 19,10
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 19,1-10)

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».


Commento alle letture

Le pagine della Sacra Scrittura, che la Liturgia odierna ci offre, dipingono la tenerezza e la pazienza divina. L’episodio di Zaccheo manifesta al popolo di Israele la missione di Gesù Cristo: la salvezza dell’umanità corrotta dal peccato. L’incontro personale con Gesù provoca in Zaccheo la conversione del cuore che si manifesta anche nelle opere concrete che sceglie di compiere. Proprio Zaccheo potrebbe dare voce al brano tratto dal Libro della Sapienza, nel quale si legge la preghiera amorosa del fedele che loda il Signore perché Egli con l a sua potenza ha chiamato all’esistenza tutte le cose e le sostiene con il suo amore misericordioso. Ancora, Zaccheo potrebbe essere immagine della prima comunità credente di Tessalonica, chiamata alla conversione.

L’Apostolo Paolo mette in guardia i cristiani dai falsi profeti che provocano confusione nella Fede, esortando ad essere perseveranti nella chiamata e a portare l’annuncio di salvezza nel mondo attraverso la parola e la vita. Tutti allora sapranno che "la sua tenerezza si espande su tutte le creature."

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