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 Notizie - APRILE 2013

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-QUINTA DOMENICA DI PASQUA

Sassari
27/04/2013


+ Va DOMENICA DI PASQUA +

«VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO: CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI. COME IO HO AMATO VOI, COSI' AMATEVI ANCHE VOI GLI UNI GLI ALTRI»

Giovanni 13,34
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 13,31-33a.34-35)

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».


Commento alle letture

Il mistero pasquale celebra la gloria di Dio per mezzo di suo Figlio. Nel vangelo di oggi è Gesù a parlare di questa esaltazione. La gloria di Dio non ha nulla a che fare con la grandezza mondana. In ebraico la parola "gloria" evoca l'idea del peso: è il peso dell'amore di Dio per i suoi figli. Gesù parla della sua gloria quando annuncia la sua morte, il dono totale di sé all'umanità. E questa morte non è la sua ultima parola, ma il confine che annuncia un nuovo orizzonte: la sua risurrezione, la vittoria sulla morte, il segno definitivo della sua esaltazione.

Anche Paolo e Barnaba, esortando le prime Chiese alla fede, precisano che la tribolazione fa parte del cammino del credente: non dobbiamo spaventarci, perché chi segue il Risorto, percorre anche la sua via della croce. La gloria di Cristo diventa anche per noi annuncio della vittoria definitiva sulla nostra morte. Questo è il segno dell'amore di Dio per noi: Egli ci dichiara che non moriremo in eterno, che siamo al sicuro e per questo capaci di seguire lo stesso stile di vita di Cristo: donarci fino in fondo per trovare solo così la nostra grandezza.

ANNO DELLA FEDE: PORTARE CRISTO A CHI NON LO CONOSCE

Regola della fede è la Sacra Scrittura e regola della fede è anche la Chiesa. Non si tratta di due regole "alternative", ma di un binomio la cui dissociazione annulla l'una e l'altra regola; la sacra Scrittura ha bisogno della Chiesa, come la Chiesa ha bisogno della sacra Scrittura. La sacra Scrittura, infatti, attinge la sua autorità di "parola di Dio" dalla divina "ispirazione", effetto dell'influsso carismatico di Dio sull'agiografo; ebbene, non esiste nessun criterio sicuro per il riconoscimento di tale "influsso" al di fuori della tradizione apostolica.
Ciò appare in modo chiaro dall'elenco stesso dei libri sacri, il "Canone", non definibile all'infuori della tradizione apostolica. Nella formulazione del "Credo" ("Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica"), la specificazione "apostolica" ha un peso rilevante. La sacra Scrittura ha bisogno di un "garante" sia per essere riconosciuta come "parola di Dio" sia per essere autenticamente "interpretata". D'altra parte, la tradizione apostolica non sarebbe "integra" senza la sacra Scrittura, facendo essa parte del "deposito della fede", che sta all'origine della "tradizione". Nulla da obiettare, dunque, di fronte all'affermazione di sant'Agostino: «Non crederei ai Vangeli se non mi ci costringesse l'autorità della Chiesa».


MERCOLEDI' PRIMO MAGGIO: GITA PARROCCHIALE GALTELLI'

Come consuetudine il primo maggio la parrocchia si reca in gita parrocchiale per una giornata di spiritualità, convivialità e ristoro. Quest'anno si visiteranno a Galtellì la chiesa dov'è presente il Crocifisso Miracoloso e poi si visiterà la città di Orosei. Programma completo disponibile in parrocchia.


DOMENICA 5 MAGGIO: PRIME COMUNIONI

Durante la S. Messa Solenne delle ore 10:00 un ottantina tra bambini e bambine che stanno facendo il Cammino di Fede del Catechismo riceveranno per la prima volta l'Eucaristia.


PELLEGRINAGGIO 2013: TURCHIA

La parrocchia nell'Anno della Fede si recherà in Turchia nei primi luoghi dove è arrivata la Parola della Salvezza annunciata da Paolo e i primi discepoli.
Per leggere il programma completo del viaggio in TURCHIA cliccate qui oppure andate nella sezione del sito "pellegrinaggi".




-QUARTA DOMENICA DI PASQUA (DEL BUON PASTORE)

Sassari
20/04/2013


+ IVa DOMENICA DI PASQUA +

«IO DO LORO LA VITA ETERNA E NON ANDRANNO PERDUTE IN ETERNO E NESSUNO LE STRAPPERA' DALLA MIA MANO»

Giovanni 10,28
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 10,27-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».


Commento alle letture

Radunati dal Risorto attorno alla mensa del pane e della parola per celebrare con Lui e in Lui il mistero pasquale della sua morte e risurrezione, oggi risuonano per noi le parole esigenti e insieme consolanti del Vangelo. Noi siamo le pecore che sanno riconoscere la voce del loro Pastore e per questo siamo chiamati a seguire le sue indicazioni, a calcare le sue orme per essere suoi discepoli. La conoscenza di cui parla Gesù evoca la relazione intima e amorosa degli sposi. Saperci conosciuti da Gesù vuol dire sentirci unici davanti a Lui, amati e considerati nella nostra personale identità.

Siamo il "gregge che egli guida", come canta il salmo, ma non siamo considerati da Lui pecore inconsapevoli, quanto piuttosto pecorelle, amate una ad una, che possono rispondere al suo amore. E tutti sono chiamati in questo gregge, come testimoniano Paolo e Barnaba che si rivolgono ai pagani. Quella del Pastore è una parola esigente che incita a camminare, pungola chi sta fermo, scuote chi si assopisce lungo la strada verso la mèta; ma è anche una parola di consolazione che ci fa sentire al sicuro, protetti: nessuno può rapirci dalla sua mano potente e salvifica.

50a GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Si celebra in questa domenica – 21 aprile – la 50ª Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, nel contesto dell'Anno della Fede. Papa Paolo VI propose alla Chiesa universale la celebrazione di questa giornata, affermando: «Si alzi dunque al Cielo la nostra preghiera: dalle famiglie, dalle parrocchie, dalle comunità religiose, dalle corsie degli ospedali, dallo stuolo dei bimbi innocenti, affinché crescano le vocazioni e siano conformi ai desideri del Cuore di Cristo». Il messaggio che Papa Benedetto XVI invia a tutte le comunità cristiane, invita a riflettere sul tema: «Le Vocazioni segno della Speranza fondata sulla Fede», tradotto nello slogan: «Progetta con Dio ... abita il futuro».
La Speranza è un tesoro fragile e raro; il suo fuoco è sovente tenue anche nel cuore dei credenti. Abbiamo bisogno di una grande riserva di Speranza, per imprimere una decisa accelerazione alla pastorale vocazionale, attraverso una mobilitazione affettiva e orante del popolo di Dio. Ci ricorda san Paolo: «Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale Speranza vi ha chiamati» (Ef 1,18): è l'annuncio di un orizzonte luminoso verso cui insieme proiettarsi, per essere cercatori di luce.


MERCOLEDI' PRIMO MAGGIO: GITA PARROCCHIALE GALTELLI'

Come consuetudine il primo maggio la parrocchia si reca in gita parrocchiale per una giornata di spiritualità, convivialità e ristoro. Quest'anno si visiteranno a Galtellì la chiesa dov'è presente il Crocifisso Miracoloso e poi si visiterà la città di Orosei. Programma completo disponibile in parrocchia.
ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE DOMENICA 21 APRILE


PELLEGRINAGGIO 2013: TURCHIA

La parrocchia nell'Anno della Fede si recherà in Turchia nei primi luoghi dove è arrivata la Parola della Salvezza annunciata da Paolo e i primi discepoli.
Per leggere il programma completo del viaggio in TURCHIA cliccate qui oppure andate nella sezione del sito "pellegrinaggi".




-TERZA DOMENICA DI PASQUA

Sassari
13/04/2013


+ IIIa DOMENICA DI PASQUA +

«GETTATE LA RETE DALLA PARTE DESTRA DELLA BARCA E TROVERETE»

Giovanni 21,6
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 21,1-19)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


Commento alle letture

Gesù si manifesta di nuovo ai discepoli. È la rivelazione del Risorto nella nostra vita ordinaria. Anche nel ritmo feriale dell'esistenza dobbiamo discernere la sua presenza, che dona fecondità ai nostri impegni – riempie le reti! C'è un dettaglio del racconto significativo. Pietro trae da solo la sua rete mentre prima, in sette, non c'erano riusciti. Perché ora può? Il racconto risponde con linguaggio simbolico: perché si è gettato in mare e da esso è risalito. Sono due verbi battesimali: immergersi nelle acque è il segno della nostra partecipazione alla morte di Gesù, risalirne è il segno della nostra partecipazione alla sua risurrezione.

È il battesimo che dona fecondità alla vita, consentendoci di riconoscere il Signore risorto e di vivere in comunione con lui. Le altre due letture sottolineano due tratti di questa vita battesimale. Gli Atti (I Lettura) ricordano che bisogna «obbedire a Dio invece che agli uomini». Dobbiamo cioè lasciarci guidare dall'ascolto della sua Parola, divenendo capaci, – ecco il secondo tratto ricordatoci dall'Apocalisse, – di rendergli lode e di adorare il suo mistero.

ANNO DELLA FEDE: LA CHIESA

La fede è un dono per il singolo credente, ma tale dono è concesso principalmente alla Chiesa, nella quale non potrà mai venire meno, perché è da esso che dipende la sua infallibilità; in essa, inoltre, la fede è sempre perfetta, vivificata dalla carità. Nel Credo non poteva mancare l'articolo di fede: «Credo la santa Chiesa cattolica», più immediato dell'altra formulazione: «Credo nella santa Chiesa cattolica», dove "nella" intende riferire la nostra fede allo Spirito Santo, che santifica e unifica la Chiesa. La nostra fede è la fede della Chiesa, nella quale siamo inseriti attraverso il battesimo.
Il termine "chiesa", che significa convocazione, chiamata, ci fa comprendere che la Chiesa è una vocazione. La Chiesa suppone una chiamata divina. «La vocazione segna la traiettoria della Parola invitante di Dio, la quale si libra sul mondo e ferisce le singole coscienze; quelle che la ricevono sono convocate con altre, egualmente fedeli, e formano subito comunità, la Chiesa, la società dei «chiamati di Gesù Cristo » (Rm 1,6). Colui che è chiamato non rimane solo, a sé, autonomo, ma è ipso facto inserito come membro in un corpo, il Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa (Cfr. Col 2,19; 3,15; Ef 4,16)» (Paolo VI). Ricordiamolo: la nostra è la fede della Chiesa!


MERCOLEDI' PRIMO MAGGIO: GITA PARROCCHIALE GALTELLI'

Come consuetudine il primo maggio la parrocchia si reca in gita parrocchiale per una giornata di spiritualità, convivialità e ristoro. Quest'anno si visiteranno a Galtellì la chiesa dov'è presente il Crocifisso Miracoloso e poi si visiterà la città di Orosei. Programma completo disponibile in parrocchia.
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PELLEGRINAGGIO 2013: TURCHIA

La parrocchia nell'Anno della Fede si recherà in Turchia nei primi luoghi dove è arrivata la Parola della Salvezza annunciata da Paolo e i primi discepoli.
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-DOMENICA DIVINA MISERICORDIA

Sassari
07/04/2013


+ DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA +

«MIO SIGNORE E MIO DIO!»

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


Commento alle letture

Il Vangelo ci racconta quanto accade nel Cenacolo a distanza di otto giorni, prima in assenza di Tommaso, poi in sua presenza. Il ritmo del tempo è quello liturgico di una comunità che si riunisce ogni otto giorni, la domenica, per fare memoria della Pasqua e accogliere la presenza del Signore. La beatitudine della fede, che Gesù ricorda a Tommaso, è la beatitudine alla quale siamo chiamati nell'ottavo giorno, quando dobbiamo riconoscere la presenza del Risorto nella Parola, nel pane, nella comunità.

È quanto vive l'autore dell'Apocalisse, il quale ha una visione del Risorto quando viene rapito dallo Spirito, proprio "nel giorno del Signore". Anche noi siamo chiamati a vivere questa esperienza ogni domenica quando, celebrando l'Eucaristia, possiamo godere di un'esperienza spirituale che, facendoci riconoscere la presenza del Vivente tra di noi, ci dona occhi nuovi. Se la comunità cristiana vive questo respiro liturgico, diviene come la chiesa di Gerusalemme, alla quale il Signore aggiungeva una moltitudine di credenti.

FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

La fede scaturisce dall'amore e ritorna all'amore come il suo compimento più significativo. Fede e amore si coniugano insieme e solo in questa unità si può toccare con mano la pienezza dell'esistenza e il suo scopo. Chi crede, d'altronde, si affida alla persona amata e le offre tutta la vita come espressione di amore. Non chiede nulla in cambio, perché ha fiducia, crede e sa che nell'amore si ricerca sempre il bene più profondo di chi si ama.
Per questo, nella fede e nell'amore non può esistere dubbio alcuno, ma solo certezza. Dubitare equivale a non fidarsi, mentre chi crede è mosso dal desiderio di voler conoscere di più chi ama. Una sottile differenza che, tuttavia, esprime la verità sottostante. Se l'amore spinge a condividere tutto, la fede chiede di conoscere sempre di più. In questo cammino che dura tutta la vita i momenti di debolezza nella fede sono sostenuti dalla forza dell'amore e viceversa. Questa verità non viene compresa fino in fondo dalla ragione che nella logica del suo percorso insegue altre certezze. È una verità che si può vedere solo con gli occhi della fede, che sanno penetrare in profondità il mistero e lo comprendono come luce che illumina la misteriosità dell'esistenza.


MERCOLEDI' PRIMO MAGGIO: GITA PARROCCHIALE GALTELLI'

Come consuetudine il primo maggio la parrocchia si reca in gita parrocchiale per una giornata di spiritualità, convivialità e ristoro. Quest'anno si visiteranno a Galtellì la chiesa dov'è presente il Crocifisso Miracoloso e poi si visiterà la città di Orosei. Programma completo disponibile in parrocchia.
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