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 Notizie - MARZO 2011

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-  IIIa DOMENICA DI QUARESIMA

Sassari
26/03/2011


+ IIIa DOMENICA QUARESIMA +

«CHIUNQUE BEVE DI QUEST'ACQUA AVRÀ ANCORA SETE; MA CHI BERRÀ DELL'ACQUA CHE IO GLI DARÒ, NON AVRÀ PIÙ SETE IN ETERNO»

Giovanni 4,13
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 4,5-42)

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».


L'acqua è un bene indispensabile, amato e desiderato! Se viene a mancare, si rischia la vita. Nella Scrittura essa diventa il simbolo di un'ulteriore, altissima realtà: Dio. Stando alla liturgia odierna, l'"acqua viva" offerta da Cristo alla Samaritana non è attinta al pur celebre pozzo di Giacobbe, ma sgorga dal costato del Salvatore ed è segno del Battesimo e della Parola che libera e salva. L'acqua scaturita dalla roccia tramite Mosè per dissetare il popolo ebraico nella tappa desertica di Refidìm, parla di Dio e della ricerca che l'uomo ne fa.

La lettera ai Romani afferma che la speranza cristiana ha il suo fondamento nell'amore ininterrotto di Dio per noi. Quella odierna è una delle pagine più belle del Vangelo: Gesù incontra una donna samaritana alla quale, attraverso il simbolismo dell'acqua, rivela il mistero della sua persona e della sua missione. Anche noi avvertiamo la presenza di Gesù Cristo nella nostra vita quotidiana, ma non sempre riconosciamo la straordinarietà del dono che ci viene fatto. Abbiamo bisogno di un colloquio lungo e confidenziale con lui.



-  IIa DOMENICA DI QUARESIMA

Sassari
19/03/2011


+ IIa DOMENICA QUARESIMA +

«QUESTI È IL FIGLIO MIO, L'AMATO:IN LUI HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO. ASCOLTATELO!»

Matteo 17,5
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 17,1-9)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».


Le letture domenicali, mentre orientano il nostro cuore alla méta pasquale, ci propongono un anticipo della gloria di Dio che si sprigionerà nella notte di Pasqua. Cristo, che nel Vangelo di Matteo ha appena presentato le esigenze della sequela nella quale bisogna rischiare tutto per Lui, ora mostra la méta della rinuncia e della croce: non la "sfigurazione" dell'uomo, annientato dal dolore, ma la sua trasfigurazione. È quello che avviene per Gesù che sul monte rivela la sua gloria ai discepoli.

La Trasfigurazione attesta ai discepoli che Cristo è il Figlio di Dio, colui che rivela la presenza di Dio nei solchi della vita di ogni uomo. Come Abramo, chiamato a lasciare le sue sicurezze per la novità di Dio, anche noi dobbiamo uscire dalle nostre terre per ricominciare a credere e vedere Dio che ci accompagna e ci benedice. Non siamo soli: anche se la nostra vita è graffiata dalla sofferenza, Dio è più grande del nostro dolore, anche se ci sembra che tutto crolli, Dio sta in piedi; anche se pare che tutto taccia, Gesù Cristo ci parla e ci rassicura. Ascoltare la sua parola è obbedire al Padre e camminare nella fede verso la Pasqua eterna.

L'UOMO DI FRONTE AL PECCATO, DISPREZZA DIO E GLI UOMINI

Iil peccato è una realtà attuale. Gesù è venuto a perdonare i peccati. Così lo ha annunziato l'Angelo a Giuseppe: «Lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Più conosciamo Dio, più sappiamo cosa sia il peccato. L'uomo, per il peccato, rifugge l'amore di Dio e cerca di costruire il proprio io e il mondo come se Dio non ci fosse. Leggendo la Bibbia, l'uomo si rende conto come, in ognuna delle sue pagine, si parla dell'esistenza del peccato: si spiega la sua natura e malizia e viene anche descritta la rivelazione dell'amore costante e della misericordia di Dio. Il salmista scrive: «Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto» (Sal 51/50,6). Il peccato insorge contro l'amore di Dio verso di noi e lo separa dai nostri cuori.
La sua universalità e radicalità è così grande che la Scrittura parla del peccato del mondo, stato di peccato originale e caduta universale preesistente che poi prende realtà nei peccati personali, per i quali ognuno si appropria di tale stato e pecca dentro di sé. Il peccato ha una dimensione personale e sociale. Il peccato fatto contro Dio è anche contro gli uomini; così come quando pecchiamo contro l'uomo pecchiamo anche contro Dio, del quale l'uomo è immagine. «Chi deride il povero offende il suo Creatore» (Proverbi 17,5).




-  Ia DOMENICA DI QUARESIMA

Sassari
12/03/2011


+ Ia DOMENICA QUARESIMA +

«NON DI SOLO PANE VIVRÀ L'UOMO, MA DI OGNI PAROLA CHE ESCE DALLA BOCCA DI DIO»

Matteo 4,4
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 4,1-11)

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.


La Quaresima inizia con l'invito alla conversione per tutti i cristiani che diventano così compagni di viaggio per i catecumeni eletti ai sacramenti dell'Iniziazione Cristiana. Il cammino verso la Pasqua si apre con il racconto della caduta dei progenitori, presi nella rete del diavolo che li seduce con falsi appelli. Alla loro misera sorte, che segna definitivamente l'uomo con il peccato originale, si oppone Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l'unico che può contrastare satana e vincerlo per liberare ogni uomo dal potere del peccato.

Il Vangelo presenta Gesù Cristo nel deserto, vessato dalle pretese dell'avversario, ma forte e pronto a rispondere con la parola di Dio alle tentazioni. Queste rappresentano un racconto tipico dell'agire del demonio che propone il desiderio dei beni nella tentazione del pane, la superstizione che vuole usare Dio nella tentazione di gettarsi dall'alto e la proposta del potere.

Il Vangelo racconta queste tre tentazioni che però riassumono tutto l'agire di satana che mira ad allontanarci da Dio. La risposta di Gesù ha il suo vertice nell'affermazione: «Adorerai il Signore Dio tuo…». A questa conversione siamo invitati in questo tempo di grazia.

QUARESIMA IN TEMPO DI CRISI

Il Sacro tempo della Quaresima è un momento di ripensamento, di rinnovamento interiore, di nuovo orientamento. Oggi la Quaresima viene da noi vissuta in un tempo di cristi. Crisi economica, anzitutto. Ma questa è connessa con una crisi più profonda: crisi culturale, religiosa, sociale, civile, morale, valoriale, esistenziale. Non possiamo affrontare la crisi economica senza tener conto di tutte le altre spinte disumanizzanti.
Nello stesso tempo, mentre siamo costretti a aripensare il nostro modello dei sviluppo, veniamo indotti anche a rivedere il nostro stile di vita. Una maggiore sobrietà nel cibo, nell'abbigliamento, nei cosmetici, nei viaggi dispendiosi in terre lontane, sarebbe più consona non soltalto al tempo di Quaresima, ma proprio alla vita cristiana. I poveri accanto a noi ci chiamano alla solidarietà. E se versiamo in stato di disagio, saremo in grado di capire meglio chi sta peggio di noi. Per poter vivere cristianamente la Quaresima è necessaria una "conversione".
Per la conversione è necessario l'ascolto della Parola di Dio. Per ascoltare la Parola di Dio è necessario il silenzio. Quindi nella Quaresima si deve trovare il silenzio: è questo il digiuno necessario nella nostra società del frastuono; sarà un digiuno disintossicante, dopo l'indigestione di parole, di messaggi martellanti, frastornanti e fuorvianti. Nel silenzio potremo ascoltare sia la Parola del Signore, sia il grido dei poveri.




-  IXa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
05/03/2011


+ IXa DOMENICA TEMPO ORD. +

«NON CHIUNQUE MI DICE: "SIGNORE, SIGNORE" ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI»

Matteo 27,21
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 27,21-27)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!". Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».


La fedel è alla base di ogni rapporto con Dio. I contemporanei di Gesù ebbero la grazia di vederlo e di poterlo incontrare di persona, ma quanti di loro erano consapevoli di avere davanti il Figlio di Dio? La coerenza di vita con quanto crediamo non è sempre semplice.

Il Vangelo di Matteo che ci viene proposto questa domenica è essenzialmente un invito non solo ad avere fede, ma a trasformarla in opere. Il brano evangelico riferisce che quanti busseranno al regno dei cieli invocando il Signore non vi entreranno se non avranno compiuto anche le opere.

È necessario che la fede sia tradotta in fatti concreti e non sia solo teoria o semplice credenza in Dio. Si dirà: eppure costoro avevano fede. Sì, ma che tipo di fede? Quella che rimane lettera morta nel cuore dell'uomo o quella che si apre e scommette tutto su Cristo e si fa dono ai fratelli? Non è forse questo il significato del paragone evangelico dell'uomo saggio che costruisce la sua casa sulla roccia, contro la quale ogni intemperie si infrange? Il rischio è quello di essere come degli uomini stolti che fondano la casa sull'effimero, esponendola a ogni pericolo

+ MERCOLEDÌ 9, LE CENERI +

INIZIA IL SACRO TEMPO DELLA QUARESIMA

La celebrazione delle Ceneri ci introduce nel cammino quaresimale verso la Pasqua. È tempo di preghiera, di penitenza, di riflessione. Il Vangelo di Matteo che ci viene proposto invita a compiere delle opere buone. Spinge ognuno a farsi prossimo per i fratelli, a donare del tempo, dello spazio, delle parole, dei beni a quanti si incontrano nel nostro cammino.
Ma oltre a elencare una serie di opere di carità, il brano evangelico mette in evidenza la modalità di compierle. A cominciare dalla discrezione, dalla semplicità, dal rifuggire ogni sorta di pubblicità o di autocompiaceimento. È l'umiltà la virtù richiesta per fare la carità, non il vanto o l'orgoglio per essere riuscito a fare del bene.
L'obiettivo principale rimane quello di non ferire mai la persona che riceve del bene, di non farla sentire a disagio. Così nella preghiera. Essa deve essere fiduciosa, costante, ma concreta. Il Signore conosce i nostri bisogni ed è pronto ad aiutarci. Occorre solo metterci nella disposizione di attendere tutto da Lui come grazia e di mettere in contro che porebbe non concederci immediatamente quanto richiesto in vista di un bene superiore.

AVVISI PER LA QUARESIMA
- MERCOLEDI' DELLE CENERI E VENERDI' SANTO: ASTINENZA DALLE CARNI E DIGIUNO
- TUTTI I VENERDI': ASTINENZA DALLE CARNI


Durante tutto il Sacro tempo Quaresimale ricordiamoci di:
- PARTECIPARE ALLE OFFERTE PER LE MISSIONI
- ADOZIONI A DISTANZA
- SPESA PER LE FAMIGLIE POVERE

AGGIORNAMENTO SITO WEB

Da domenica 6 marzo saranno online alcuni aggiornamenti delle seguenti sezioni:
- "VIDEO" con il video del viaggio in India
- "LA VOCE" con le dirette radiofoniche di Radio Maria dalla Cappella delle Suore e dalla parrocchia di don Luca Collu a Siligo




-  VIIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
03/03/2011


+ VIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO +

«NON PREOCCUPATEVI DUNQUE DEL DOMANI, PERCHÈ IL DOMANI SI PREOCCUPERÀ DI SE STESSO»

Matteo 6,34
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 6,24-34)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».


Isaia non esita a testimoniare il grave timore di Israele di essere abbandonato da Dio nelle tristi situazioni della sua storia. Di qui le esortazioni del salmista alla fiducia in Dio, «salvezza, rupe, roccia, speranza, rifugio, difesa».

Gesù traduce in espressive immagini quella che noi chiamiamo "divina Provvidenza": gli uccelli del cielo, i gigli e l'erba del campo. Non è forse Dio l'artefice di questo splendore della natura, che non sembrerebbe meritare tanto interesse, trattandosi di uno splendore molto effimero?

È il Padre celeste che si prende cura di nutrire gli uccelli e di vestire l'erba. E allora perché tanto «affanno per il domani» riguardo al cibo e al vestito, quasi non fossimo consapevoli che «il nostro Padre celeste sa che ne abbiamo bisogno»? A ragione Gesù considera come prima-rio il "servizio di Dio", assicurandoci l'aiuto della "Provvidenza" come "aggiunta" (Vangelo). San Paolo definisce «il regno di Dio e la sua giustizia» come "misteri di Dio", che noi abbiamo il compito di "servire" come fedeli amministratori (II Lettura).

AVVISO: CORO PARROCCHIALE

Il Coro Parrocchiale ricerca voci maschili e femminili, strumentisti (chitarre, tastiere, flauti, ecc..).
Tutti coloro che fossero interessati possono rivolgersi in parrocchia.


AVVISO: TUTTI I NATI NEL 1951

Tutti i nati nel 1951 che risiedono a Li Punti che vogliono festeggiare assieme i 60 anni possono contattare il numero 338 63 71 651.




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