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 Notizie - GENNAIO 2011

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-  IVa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
29/01/2011


+ IVa DOMENICA TEMPO ORDINARIO +

«BEATI I POVERI IN SPIRITO PERCHÉ DI ESSI È IL REGNO DEI CIELI»

Matteo 5,3
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 5,1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».


Se accogli le beatitudini, la loro logica ti cambia il cuore. Sono detti beati i poveri, non la povertà. Sono beati gli uomini, non le situazioni. Dio è con i poveri contro la povertà che è miseria. Beati quelli che sono nel pianto: Dio è dalla parte di chi piange, ma non dalla parte del dolore. Ma non perché la felicità si trovi nel piangere, bensì perché accade una cosa nuova: Chi piange ha Dio che gli cammina accanto, asciuga le sue lacrime, fascia il suo cuore, apre il suo futuro.

Un angelo misterioso annuncia infatti a chiunque piange: «Il Signore è con te». Nella tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza. Come per i discepoli, colti di notte dalla burrasca sul lago: lui è lì, nella forza dei rematori che non si arrendono, nelle braccia salde del timoniere, negli occhi della vedetta che scruta la riva e cerca l'aurora.

Beati i misericordiosi: coloro che nel futuro scopriranno ciò che hanno già, la misericordia, qualcosa cioè che ognuno si porta con sé per sempre, bagaglio per il viaggio terreno ed eterno, equipaggiamento e sigillo d'eternità posto su tutta la lunghezza del tempo.

DA LI PUNTI A CHENNAI



AVVISO AMMINISTRAZIONE SACRAMENTI

TUTTI I FIDANZATI CHE INTENDONO CONTRARRE MATRIMONIO CRISTIANO IN QUEST'ANNO DEVONO FARLO PRESENTE ENTRO IL MESE DI GENNAIO PER POTER PARTECIPARE AL CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO.

SE CI FOSSERO ADULTI CHE DEVONO RICEVERE DEI SACRAMENTI POSSONO PRESENTARSI ENTRO IL MESE DI GENNAIO PER AFFRONTARE LA FORMAZIONE NECESSARIA.




-  IIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
22/01/2011


+ IIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO +

«VENITE DIETRO A ME, VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI»

Matteo 4,19
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 4,12-23)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.


Nella Bibbia quando Dio squarcia le tenebre, simbolo del male, e fa sorgere la luce, creatrice di vita, significa che per i suoi fedeli si delineano percorsi nuovi e si creano situazioni di gioia insperata. La Prima Lettura parla di un popolo che, immerso nelle tenebre, inaspettatamente ha visto una grande luce. Questa luce, che riecheggia nel Vangelo, è la Luce sfolgorante e senza tramonto del Re Messia. Ma essa non spunta a Gerusalemme, bensì nella Galilea delle genti, dove vivono mescolati tra loro ebrei, pagani, emarginati e malati. Vi è qui un cambio di prospettiva che spiega l'appello alla conversione.

Anzitutto Gesù inaugura un nuovo modo per rapportarsi a lui: non sarà più il discepolo a scegliersi il maestro, ma il Maestro a chiamare a sé il proprio discepolo. Poi seguire il Maestro vuol dire lascire il padre (gli affetti) e la barca (gli averi). Ciò però amplia la missione e dona la grazia di guorire, come Gesù, ogni sorta di malattie. Infine la viva esortazione di San Paolo all'unità ci richiama a vivere ed agire tutti in perfetta sintonia.

VERSO IL 25° CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

«SONO IO, NON ABBIATE PAURA» (Gv 6,16-21)

Il capitolo 6 di Giovanni prosegue presentandoci Gesù che cammina sul mare. Il mare è simbolo del caos primordiale, del nulla, della forza nullificante che corrode l'essere come le onde corrodono le rocce, simnolo dell'abisso del male dosi sprofonda, simbolo della morte che inghiotte tutto. «Il mare era agitato perché soffiava un forte vento». Il clima di paura è molto pesante. "Era ormai buio": le "tenebre", in Giovanni, sono simbolo del peccato del mondo, di tutto ciò che si oppone a Cristo, "Luce del mondo".
Ma Gesù cammina sul mare: Egli è vincitore del male e della morte, «luce che splente delle tenebre, e le tenebre non l'hanno vinta». Ai Discepoli impauriti Gesù dice: «Sono io, non abbiate paura». Gesù si presenta con il nome divino "Io sono" (YHWH), che significa anche "Io sono qui", "Io ci sono", "Io ci sono per voi".
Egli ci dice di non avere paura, è sempre con noi. L'Eucaristia è questo "Io ci sono" di Cristo, è questo "Io ci sono per voi" che Cristo ci dice e che traduce nei fatti.
I discepoli "vollero prenderlo sulla barca". Cristo "imbarcato" con voi, nella nostra storia: ecco il mistero dell'Eucaristia, che prolunga nei secoli il mistero dell'Incarnazione, il mistero di questo Dio che si fa uomo, di questo Dio "imbarcato" con noi in questo mare infido dell'esistenza umana. Il mare infido che noi, con Lui possimao attraversare salvi.


AVVISO AMMINISTRAZIONE SACRAMENTI

TUTTI I FIDANZATI CHE INTENDONO CONTRARRE MATRIMONIO CRISTIANO IN QUEST'ANNO DEVONO FARLO PRESENTE ENTRO IL MESE DI GENNAIO PER POTER PARTECIPARE AL CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO.

SE CI FOSSERO ADULTI CHE DEVONO RICEVERE DEI SACRAMENTI POSSONO PRESENTARSI ENTRO IL MESE DI GENNAIO PER AFFRONTARE LA FORMAZIONE NECESSARIA.




-  IIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
15/01/2011


+ IIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO +

«IO HO VISTO E TESTIMONIATO CHE QUESTI È IL FIGLIO DI DIO»

Giovanni 1,34
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 1,29-24)

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».


Dopo la festa del Battesimo del Signore, che conclude il Tempo di Natale, con questa domenica entriamo nel Tempo Ordinario, che continua a concentrare il nostro sguardo sull'Epifania, sulla rivelazione cioè del mistero di Gesù. Oggi è la testimonianza del Battista a invitarci a riconoscere in lui l'agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo perché lo prende su di sé. Ciò che in particolare contempla Giovanni è il rapporto tra Gesù e lo Spirito. Vede lo Spirito scendere e rimanere su Gesù, così come l'altro grande testimone del IV Vangelo, il discepolo amato, stando ai piedi della croce vedrà lo Spirito effondersi da Gesù su tutti noi, nel segno dell'acqua e del sangue sgorgati dal suo costato aperto.

Il Battista ci invita a vedere l'Agnello di Dio così come il discepolo amato ci inviterà a volgere lo sguardo a "Colui che hanno trafitto". Solo ai piedi della croce comprenderemo in che senso Gesù è il vero agnello immolato che ci libera dal peccato. Grazie a lui la salvezza può raggiungere l'estremità della terra e noi, come ricorda Paolo ai Corinzi, veniamo santificati.

18-25 GENNAIO, SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA DEI CRISTIANI

La "Chiesa Madre" di Gerusalemme offre alla nostra riflessione il tema tratto dagli Atti degli Apostoli: «Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme» (At 2,42).
Al cuore dell'evento della Pentecoste, narrato in Atti 2, vi è un «capovolgimento dall'interno verso l'esterno» dell'esperienza del mondo fino a quel momento. La divisione creata dall'esperienza della torre di Babele, dove i popoli furono dispersi dalla confusione delle loro lingue , è superata dal dono dello Spirito Santo che rende comprensibile il messaggio degli apostoli nei vari idiomi.
La preghiera di Gesù alla vigilia della sua morte è per l'unità di coloro che credono in lui, ed è una riflessione sulle sue parole: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli altri» (Gv 13,35). Questo amore si manifesta anche nel servire alla verità della salvezza offerta da Dio ad ogni persona.
Ecco perché le chiese di Gerusalemme ci ricordano l'esortazione di Paolo a vivere da riconciliati, che significa da redenti e uniti da Dio e, perciò, gli uni agli altri. Questa riconciliazione deve essere vissuta quale shalom di Dio (pace nei suoi vari aspetti), che, attraverso ciascuna delle nostre comunità, viene offerta al mondo.
Di fronte alla precaria situazione dei cristiani in questa parte del mondo, c'è un urgente bisogno di preghiera per l'unità durante tutto l'anno che viene. Questa unità non è uniformità, ma una vita vissuta in modo autenticamente evangelico che diventa una sinfonia di diversità perché l'unico Spirito continua a comporre la partitura di lode a Dio.


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-  BATTESIMO DI GESÙ

Sassari
08/01/2011


+ FESTA DEL BATTESIMO DI GESÙ +

«QUESTI È IL FIGLIO MIO L'AMATO: IN LUI HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO»

Matteo 3,17
    

+ VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 3,3-17)

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».


I fratelli ortodossi definiscono quella del Battesimo la festa della Teofania. Nel racconto dei Sinottici abbiamo infatti una piena manifestazione trinitaria: Gesù ascolta la voce del Padre, che lo proclama Figlio amato, e riceve il dono dello Spirito. Tutto accade mentre egli accetta di scendere nella fraternità dei peccatori, ricevendo con loro lo stesso battesimo di penitenza impartito da Giovanni. Vive dunque la sua relazione singolare con il Padre, di cui è il Figlio Unigenito, facendosi solidale con tutti gli uomini, perché possiamo divenire in lui figli dello stesso Padre e fratelli tra di noi.

Ciascuno di noi può ora essere certo di essere un figlio amato da Dio, ricolmo del suo Spirito. Trova compimento la profezia di Isaia: l’eletto di cui Dio si compiace e sul quale pone il suo Spirito è Gesù. Dio è con lui, lo consacra e gli affida la buona notizia della pace, perché egli possa essere il Signore di tutti, liberandoci così da ogni altra signoria, del male e del peccato. Questa è la giustizia che Gesù afferma di voler compiere: la giustizia che ci rende giusti, perché ci introduce nella relazione stessa che nello Spirito egli vive con il Padre.

17 GENNAIO, FESTA DI SANT'ANTONIO ABATE

DOMENICA 16 GENNAIO dopo la S. MESSA domenicale delle ore 18:00 ci sarà la processione col simulacro del santo e la Benedizione del Fuoco.

LUNEDI 17 GENNAIO S. MESSA alle ore 18:00


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