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 Notizie - GIUGNO 2010

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-  XIIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
26/06/2010


+ XIIIa DOMENICA T. ORDINARIO +

«LASCIA CHE I MORTI SEPPELLISCANO I LORO MORTI; TU INVECE VA' E ANNUNCIA IL REGNO DI DIO»

Luca 9,60
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 9,51-62)

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».


La chiamata di Dio è una "novità" non programmabile, è imprevedibile. Elia getta addosso ad Eliseo il suo mantello di profeta per indicare che è chiamato al ministero: Eliseo era contadino, stava arando, non pensava a un’irruzione così straordinaria nella sua vita. Poi con l’unzione fatta da Elia diventa suo discepolo e successore. Nel Vangelo odierno l’apostolo Luca mette in luce come da questo momento in avanti tutta la vita del Signore è un unico viaggio verso Gerusalemme, dove incontrerà la morte, ma anche risorgerà. Lungo il viaggio Gesù istruisce i suoi discepoli. Il Maestro richiama alla mitezza e alla pazienza i discepoli che volevano far perire i Samaritani, a motivo del loro rifiuto.

Una seconda istruzione riguarda la prontezza e la forza di decisione. Non si deve essere condizionati dai legami familiari nel seguire il Maestro. Il regno di Dio è un valore assoluto. Viene spontanea una domanda: è praticabile la via tracciata da Gesù? La soluzione ci viene offerta da san Paolo: è lo Spirito di Gesù, che ci vuole liberi e che ci abilita a dare una risposta alla esigente chiamata di Gesù e vivere la sua esperienza umana.

DAL 1° LUGLIO CAMBIO DEGLI ORARI SS. MESSE

DAL 1° LUGLIO FINO AL 31 AGOSTO SARANNO IN VIGORE GLI ORARI ESTIVI (SS. MESSE ORE 08:00 - 19:00 FERIALI; 08:00 - 10:00 - 19:00 FESTIVI)
Si ricorda che tutti gli orari sono disponibili nella sezione "Appuntamenti" CLICCANDO QUI




-  XIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
19/06/2010


+ XIIa DOMENICA T. ORDINARIO +

«MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?»

Luca 9,20
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 9,18-24)

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».


Con la liturgia celebriamo le Domeniche ordinarie che ci aiutano a contemplare chi è Cristo e la sua missione di salvezza. Significativa la profezia del profeta Zaccaria (I Lettura). Solo alla luce del Vangelo comprendiamo che il misterioso trafitto, di cui parla il profeta, è il Cristo Signore in croce. La sua passione sfocerà nella gloria. E grazie a lui sarà riversato su Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione. E con l’apostolo Paolo scopriamo così il legame vitale tra la sua Pasqua e il nostro Battesimo. Il Battesimo ci ha inseriti in Cristo, nella sua morte e risurrezione. Grazie al Battesimo i cristiani sono rivestiti di Cristo. Tutti in Cristo siamo figli di Dio e beneficiamo nella fede della "discendenza di Abramo".

L’evangelista Luca ci offre un sondaggio proposto da Gesù. Il risultato è deludente. Però, Pietro, illuminato dallo Spirito del Padre, proclama che Gesù è «Il Cristo di Dio». Ci fa meraviglia che il Maestro inviti al silenzio. Gesù non è venuto per essere un Re trionfale. E richiama che dovrà intraprendere la strada della croce, via necessaria che porta alla vita in pienezza.



-  XIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
13/06/2010


+ XIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO +

«LA TUA FEDE TI HA SALVATA; VA' IN PACE!»

Luca 7,50
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 7,36-8,3)

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.


«Il Signore ha perdonato il tuo peccato»: ecco l’assoluzione che il Signore tramite il profeta Natan concede a Davide, che ricondotto alla verità del suo cuore, si apre a Dio, confessando il suo peccato. Ma è l’evangelista Luca ad indicarci il perdono offerto da Cristo a chi sa amare, perché l’amore è già la ricerca appassionata del perdono, carico di gratitudine. Ma dove è il peccato? Non è forse nel cuore di chi nella sua coscienza è acuto nel giudicare e condannare? Di chi è convinto della superiorità dei suoi meriti e vive una fede formale, distaccata, fredda? Di chi ha l’animo cattivo e si comporta con grettezza, senza guardare dentro di sé?

«Tu sei quell’uomo!». Tutti siamo "debitori" verso Dio. Il credente "perdonato" fa festa nel banchetto eucaristico domenicale per esprimere, come la donna del Vangelo, la sua gratitudine al Signore, servendolo con i segni dell’accoglienza e dell’ospitalità. L’amare "poco" è segno di una vita che non sa riconoscere l’opera creatrice e consolante di Dio che non cessa di chiamarci al suo cuore di Padre, rinnovandoci nel nostro cammino, per insegnarci ad amarlo in un perdono condiviso.



-  SOLENNITA' CORPUS DOMINI

Sassari
05/06/2010


+ SOLENNITA' CORPUS DOMINI +

«VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE»

Luca 9,13
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 9,11b-17)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


Vertice dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana è l’Eucaristia che ci nutre di Cristo. Nel XIII secolo la Chiesa istituì la solennità del Corpus Domini per contrastare il pericolo di eresie che negavano la presenza reale di Gesù Cristo nel pane consacrato. Il Vangelo di oggi ci introduce alla comprensione del mistero di un pane che non si esaurisce mai. Tutti i Vangeli narrano questo miracolo che non presenta solo un prodigio, ma una profezia, che anticipa il dono di Cristo, sulla croce.

Come nella Cena, Gesù comanda ai discepoli di dare da mangiare, ma poi è in realtà egli stesso che dona il cibo per tutti. I verbi usati sono quelli della celebrazione eucaristica: prendere, benedire, spezzare e dare. Tutti mangiano e si saziano, perché il pane che Gesù ci dona è per tutti, ne avanza per il futuro, è garanzia di una sazietà promessa, di una vita senza affanno né dolori. Paolo precisa che "ogni volta che mangiamo questo pane" noi annunciamo la morte del Signore finché egli venga. Nella comunione noi riceviamo la vita di Gesù e proclamiamo al mondo la sua vittoria sul male e sulla morte.

IL CENACOLO: LUOGO DELL'ULTIMA CENA

Il luogo in cui si svolse l’ultima cena di Gesù con gli apostoli era un’ampia sala (Mc 14,13-15), nella casa di un discepolo, o un amico di Gesù, a Gerusalemme, dove egli manda due discepoli per preparare la cena pasquale.
Questi mostrò loro una stanza grande al piano superiore, già arredata, in cui prepararono la cena. Ma in quella sala avvennero poi altri eventi importanti alle origini della Chiesa: istituzione dell’Eucaristia, che fu l’anticipazione profetica del sacrificio di Gesù, e istituzione del Sacerdozio; qui avvennero le apparizioni di Gesù risorto (Gv 20,19-29); qui si raccolsero in preghiera con Maria gli apostoli e altri discepoli e discepole di Gesù dopo l’ascensione; qui Pietro completò il numero degli apostoli; qui alla Pentecoste discese lo Spirito che diede il via alla predicazione del Vangelo e alla Chiesa (Atti 1-2).
Nei secoli l’edificio fu distrutto e rifatto varie volte; quello attuale, ricostruito dai Padri Francescani nel sec. XIV, fu loro sottratto dai musulmani alla metà del ’500 e solo dal sec. XIX sono permesse visite ai cristiani senza però alcun atto di culto. Paolo VI (1964) vi pregò in silenzio; solo Giovanni Paolo II (2000) vi potè celebrare una santa Messa.


DOMENICA 6 NON SI CELEBRA LA S. MESSA DELLE 18

DOMENICA 6 IN OCCASIONE DELLA SOLENNITA' DEL SS. CORPO E SANGUE DI GESU', NON SI CELEBRA IN PARROCCHIA LA S. MESSA DELLE 18 (APPUNTAMENTO IN CATTEDRALE PER LA SOLENNE PROCESSIONE EUCARISTICA).




-  SOLENNITA' SS. TRINITA'

Sassari
03/06/2010


+ SOLENNITA' SS. TRINITA' +

«MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI, MA PER IL MOMENTO NON SIETE CAPACI DI PORTARNE IL PESO»

Giovanni 16,12
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


Celebrare la solennità della Trinità significa confessare la fede in un Dio che non è solitario, ma comunione di persone. Un Dio in relazione, un Dio amore. Già l’Antico Testamento ha un’intuizione in germe di questo mistero contemplando la Sapienza, di cui ci parla il libro dei Proverbi e altri testi sapienziali. Dall’eternità, fin dal principio e prima di ogni altra creatura, appartiene al mistero di Dio, collabora con lui nella creazione e pone le sue delizie tra gli uomini.

La rivelazione di Gesù, nel Nuovo Testamento, porta a compimento questa intuizione, manifestando che Dio, pur rimanendo Uno, ha un Figlio Unigenito e nella sua Pasqua ci dona lo Spirito. Il Paraclito ci guida nella verità, che per Giovanni è un nome di Gesù. Lo Spirito ci guida cioè nella verità di una relazione filiale con Dio, e ci annuncia ciò che è proprio di Gesù. Quello che appartiene a Gesù è la sua relazione filiale con il Padre, della quale lo Spirito ci rende partecipi. Non solo il Dio-Trinità è un Dio-comunione, ma è un Dio che, nella Pasqua del Figlio e nel dono dello Spirito, ci ospita nel suo mistero d’amore. Diveniamo anche noi una sola cosa, perché Lui dimora in noi e noi siamo in Lui.

IL MISTERO DELLA SS. TRINITA'

Il nostro Credo domenicale ha una storia che risale agli inizi del IV secolo. Ario, prete di Alessandria, sosteneva che il Figlio, seconda persona della Trinità, era un Dio inferiore al Padre, perché da questi generato. La Chiesa ha reagito contro questa dottrina contraria alla rivelazione; e lo dimostrano le voci dei grandi Padri di quel secolo. Atanasio di Alessandria, ha sofferto molti anni di esilio, a causa di imperatori di fede ariana. Lo stesso accadde ad Eusebio di Vercelli, Ilario di Poitiers. I celebri Padri della Cappadocia, Basilio, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa, si sono impegnati con coraggio nella lotta contro gli eretici e le autorità che li sostenevano; e alla fine sono stati determinanti nel far trionfare la fede cattolica.
La prima reazione ufficiale della Chiesa è stato il concilio di Nicea (325), essendo papa Silvestro I e imperatore Costantino. Il concilio ha emanato una dichiarazione di fede che insegna come il Figlio, in quanto generato dal Padre, è Dio come il Padre, ed eterna è la sua generazione. Infatti è nell’ordine delle cose che colui che è generato abbia la stessa natura di chi lo genera. Lo sottolinea San Basilio polemizzando con gli ariani: «Ho detto: "Fu generato", non per affermare che l’Unigenito fu generato nel tempo. La tua mente non cammini nel vuoto, pensando all’esistenza di secoli anteriori al Figlio».
Nel 381, il I° concilio di Costantinopoli, ha redatto quella formula che recitiamo noi, detta "Credo Niceno-Costantinopolitano". In esso professiamo anche la divinità dello Spirito Santo il quale, dichiara Gregorio Nazianzeno, «in quanto procede dal Padre, non è una creatura; in quanto non è generato, non è il Figlio; in quanto intermediario tra l’ingenerato e il generato, è Dio». Questa è la fede trasmessaci dai Padri.


SABATO 29 E DOMENICA 30 NON SI CELEBRA LA S. MESSA DELLE 18

SABATO 29 IN OCCASIONE DELL'AMMINISTRAZIONE DEL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE CELEBRATO DALL'ARCIVESCOVO MONS. ATZEI, NON SI CELEBRA LA S. MESSA DELLE 18.
DOMENICA 30 IN OCCASIONE DELLA FESTA DEL VOTO DELLA CITTA' DI SASSARI ALLA B.V. DELLE GRAZIE, NON SI CELEBRA IN PARROCCHIA LA S. MESSA DELLE 18 (APPUNTAMENTO IN CATTEDRALE).


GIOVEDI' 3 GIUGNO - S. MESSA COI TRAPIANTATI E I DONATORI DI ORGANI

Sarà celebrata in parrocchia la S. Messa alle ore 19:00 per i trapiantati e i donatori di organi e gli operatori medico-sanitari




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