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 Notizie - APRILE 2010

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-  IVa DOMENICA DI PASQUA

Sassari
24/04/2010


+ IVa DOMENICA DI PASQUA +

47a GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

«L'AGNELLO SARA' IL LORO PASTORE E LI GUIDERA' ALLE FONTI DELLE ACQUE DELLA VITA»

Apocalisse 7,17
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 10,27-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».


La IVa Domenica di Pasqua, denominata del "Buon Pastore", coincide con la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. In effetti la liturgia della Parola disegna la storia della vocazione cristiana in genere e di speciale consacrazione. Seguendo le tre Letture, si nota che l’itinerario vocazionale si snoda in tre momenti e contrassegnati da una manifesta gioia pasquale. Gesù pastore è uno con il Padre e con le sue pecore. Queste sono eredità del Padre, ma affidate al Figlio per esser custodite dalla sua mano sicura. Per rimanere unite a Lui, loro Re e capo, esse devono prestare ascolto docile e obbedienza pronta alla sua voce (Vangelo).

La vocazione all’unità con il Padre e il Figlio, comprende i pagani, anch’essi destinatari della vita eterna. Nella Prima Lettura (At 13,14.43-52) Paolo e Barnaba si trasferiscono ad Antiochia di Pisidia per rivolgersi ai pagani, i quali abbracciano la fede. La vocazione all’unità, che nella Seconda Lettura (Ap 7,9.14b-17) si estende ai discepoli provenienti dal paganesimo, è già in atto nel cielo. Anche lassù l’Agnello, con il Padre, pascola una folla innumerevole vestita per la festa eterna.

47a GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Con questo slogan il Centro Nazionale Vocazioni della CEI, nella "domenica del Buon Pastore", propone a tutte le comunità cristiane e oranti, che si ritrovano nel Giorno del Signore, di vivere un momento forte di sensibilizzazione, riflessione e preghiera sul significato e l’importanza della "chiamata vocazionale" nella vita di ogni battezzato. In particolare, oggi vogliamo ricordare tutte le "vite chiamate" che, con un Sì totale e radicale, hanno donato il proprio cuore e la propria esistenza al servizio di Dio e di tanti fratelli e sorelle, bisognosi di consolazione, di aiuto concreto e di speranza nel cammino spesso nebuloso e confuso della vita.
Lo slogan include anche il senso di due eventi importanti che in questo anno si intrecciano tra di loro: l’Anno Sacerdotale, indetto da Papa Benedetto XVI, che ha sullo sfondo la figura umanamente semplice e dimessa del santo Curato d’Ars: "la stola e la croce"… il Sacramento della Riconciliazione e l’abbandono amoroso della propria esistenza al Crocifisso Risorto.
La forte sottolineatura presente nel messaggio del Papa: «la testimonianza di vita suscita vocazioni», è l’invito, l’impegno, la profezia per essere testimoni coerenti e sereni, in un mondo frastornato da tante "cattive notizie"; per raccontare la gioia di un incontro che può cambiare profondamente ogni esistenza: l’incontro con il Signore Gesù.




-  IIIa DOMENICA DI PASQUA

Sassari
17/04/2010


+ IIIa DOMENICA DI PASQUA +

«SENZA DI ME NON POTETE FAR NULLA»

Giovanni 15,5
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 21,1-19)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


Nel Vangelo di oggi riscontriamo due momenti, a prima vista in contrasto tra di loro. Prima Gesù chiede ai discepoli intenti a pescare nel mare di Tiberiade: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Poi invece è egli stesso ad esortarli: «Venite a mangiare!». L’apparente contrasto si scioglie alla luce nuova della Pasqua. È lui, il Risorto che, nella pienezza di ogni potere e gloria, procura il cibo. Del resto gli Apostoli nella pesca notturna non avevano preso nulla. Gesù comunque li aveva avvertiti: «Senza di me non potete fare nulla». Ora, irrobustito dal cibo del Risorto, Pietro, senza essere smentito, può dichiarare: «Signore, tu lo sai che ti voglio bene». E Gesù può affidargli la cura pastorale del suo gregge.

Nella Prima Lettura (Atti 5,27b-32.40b-41) è ancora Pietro che insieme agli Apostoli, risponde al Sommo Sacerdote e ai sadducei, ostili al loro annuncio sulla risurrezione: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini». E se ne vanno liberi e gioiosi nell’annunciare il Signore capo e Salvatore d’Israele. La Seconda Lettura (Ap 5,11-14) invita a pregustare la liturgia del cielo che si celebra davanti al Padre e all’Agnello pasquale.

ORIZZONTI ECUMENICI: LA CHIESA CATTOLICA E GLI ANGLICANI

Nel cammino del dialogo ecumenico, il recente gesto di apertura del Santo Padre Benedetto XVI nei confronti dei fratelli Anglicani (ottobre 2009) è stato un gesto di grande accoglienza, nel rispetto della loro spiritualità e della loro tradizione, per accettare tutto quello che di buono e di santo c’è nella loro esperienza cristiana e nello stesso tempo per colmarne quello che manca.
L’occasione storica in cui questo incontro è avvenuto è stata la presa di coscienza, in una parte del mondo anglicano, di una esigenza di ricerca e di rinnovamento, per un nuovo orientamento alla luce del Vangelo. Ebbene, la Chiesa cattolica intende venire incontro a questa esigenza di un popolo cristiano contiguo al nostro.
Anche lo studio di una adeguata formulazione giuridica della collocazione di questi Anglicani all’interno della Chiesa cattolica rientra in questa prospettiva: saranno create, infatti, nuove strutture ecclesiastiche, gli "Ordinariati personali", per accogliere quei gruppi di chierici e fedeli anglicani che desiderano entrare "nella piena e visibile comunione" con Roma.
In tal modo la diversità sarà funzionale all’unità. Unità non vuol dire uniformità, "La verità è sinfonica" (Hans Ur Von Balthasar). L’abbraccio non va a discapito della chiarezza, la chiarezza non va a discapito dell’amore. La verità va coniugata con la carità, come, alla luce dell’insegnamento dell’apostolo Paolo, ci esorta costantemente Benedetto XVI, il cui orizzonte programmatico è il cammino verso l’unità dei cristiani.


PELLEGRINAGGIO TORINO (IN AEREO) PER L'OSTENSIONE SACRA SINDONE

La parrocchia organizza un pellegrinaggio a Torino in aereo dal 20 al 22 aprile 2010 in occasione dell'Ostensione della Sacra Sindone. Nel viaggio si farà anche visita ai luogi di Papa Giovanni XXIII e il Santuario di N.S. di Oropa.
Il programma dettagliato è scaricabile nella sezione "Pellegrinaggi" (clicca per accedervi).




-  DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Sassari
10/04/2010


+ IIa DOMENICA DI PASQUA +


+ DIVINA MISERICORDIA +

«MIO SIGNORE E MIO DIO!»

Giovanni 20,28
    

+ VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


L'esperienza di Tommaso sorprende sempre, ma d’altra parte accomuna ognuno di noi, di continuo alla ricerca di segni per dare conferma alla nostra fede. Gesù non nega di manifestarsi, ma lo fa solo quando la comunità ecclesiale è riunita, quando la comunione fra gli apostoli si fa preghiera nel giorno a lui consacrato, quando il cuore e gli occhi sono liberi e pronti ad accoglierlo (Vangelo).

Gesù risorto rimane il Maestro che sa attendere i nostri tempi di maturazione nella fiducia in lui, tuttavia desidera che noi stessi accettiamo di riconoscere la sua presenza laddove egli si lascia incontrare: molti prodigi e miracoli accadono (Prima Lettura - At 10,34a.37-43) se impariamo a stare all’interno della Chiesa, comunità da lui voluta ed edificata per testimoniare al mondo la sua vicinanza e potenza. Quanto sperimentiamo allora lo potremo consegnare al mondo, perché creda che Gesù è il Vivente, colui ha potere sopra la morte e gli inferi (Seconda Lettura - Col 3,1-4). Il mistero della risurrezione di Gesù non è un fatto privato: è stato vissuto da lui come anticipazione di un destino che ci attende, un futuro di vita piena nel suo nome.

OSTENSIONE DELLA SACRA SINDONE (10 APRILE - 23 MAGGIO)

Il ricordo dei morti è aiuto e compagnia per i vivi. La Sindone di Torino è certamente ricordo di un morto e mostra anche la dolorosissima tortura che ha causato questa morte. Essa non dice il nome del morto e neppure la data di questa morte con le cause che l’hanno provocata. Ma chi guarda questa immagine della sofferenza e ricorda i Vangeli, nota la corrispondenza totale che corre tra questo "racconto in immagini" e il racconto che i Vangeli ci offrono della vicenda terminale della vita terrena di Gesù. Quella morte non ha spento il suo rapporto con i fratelli, ché anzi ha lasciato il posto a una manifestazione misteriosa di vita, da cui sgorga un dialogo impegnativo e consolante. Milioni di uomini e donne sono passati davanti a quell’immagine e hanno intessuto con essa un rapporto che è stato determinante per la loro vita. Passando all’adorazione del Santissimo Sacramento, il Gesù nascosto sotto le specie eucaristiche acquista per essi un volto e diventa spontaneo proclamare: «Non potevi amarmi di più!».
L'Ostensione solenne della Sindone ha luogo nel Duomo di Torino dal 10 aprile al 23 maggio 2010. È necessaria la prenotazione, ma è gratuita. Può essere fatta o via internet (www.sindone.org) o telefonando al call center; per informazioni: tel. 011.0204.721 (o 0204.777). Gli orari dei passaggi dei pellegrini davanti alla Sindone sono dalle 7,30 alle 20,30. Alle 21 seguono momenti di preghiera e meditazione variamente programmati. Al termine della visita, adiacente al Duomo si trova la cappella per l’adorazione del SS. Sacramento e per le confessioni, con sacerdoti multilingue, dalle ore 7,30 alle ore 18,30.


PELLEGRINAGGIO TORINO (IN AEREO) PER L'OSTENSIONE SACRA SINDONE

La parrocchia organizza un pellegrinaggio a Torino in aereo dal 20 al 22 aprile 2010 in occasione dell'Ostensione della Sacra Sindone. Nel viaggio si farà anche visita ai luogi di Papa Giovanni XXIII e il Santuario di N.S. di Oropa.
Il programma dettagliato è scaricabile nella sezione "Pellegrinaggi" (clicca per accedervi).




-  DOMENICA DI PASQUA

Sassari
04/04/2010


+ PASQUA DI RISURREZIONE +


«DAVVERO IL SIGNORE E' RISORTO ED E' APPARSO A SIMONE!»

Luca 24,34
    

+ VANGELO SECONDO LUCA (Lc 24,13-35)

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?". Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


Tutta la liturgia del tempo quaresimale annunciava nella speranza la venuta del giorno di Cristo Signore, in cui la creazione sarebbe finalmente rifiorita, come da un piccolo seme che, morto nella terra, germina una bellissima fioritura, destinata a un raccolto sovrabbondante. Oggi la speranza si compie: è il giorno di Cristo Signore, trionfante e vittorioso sulle potenze dello spirito del male e della morte, egli è il Risorto: alleluia, alleluia!

Insieme agli apostoli testimoniamo l’evento cardine della nostra fede; abbandoniamo il lievito vecchio, fatto di malizia e di perversità e cerchiamo le "cose di lassù", per vivere in santità la nostra esistenza quotidiana, inseriti nella "moltitudine di testimoni" (Eb 12,1) che proclamano con convinzione che Cristo è presente nella sua Chiesa e non cessa di manifestarsi a quanti credono nel suo nome e lo cercano con cuore sincero. Allora, mentre ci porgiamo gli auguri, davvero scambiamoci questa certezza: «Cristo è risorto, è veramente risorto!».

PELLEGRINAGGIO TORINO (IN AEREO) PER L'OSTENSIONE SACRA SINDONE

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