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 Notizie - GIUGNO 2009

In questa sezione sono elencat tutte le news mensili relative alla parrocchia e al sito.
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-  XIIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
28/06/2009


XIIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

«NON TEMERE, SOLTANTO ABBI FEDE!»

Marco 5,36
    

VANGELO SECONDO MARCO (Mc 5,21-43) In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


Abbiamo in noi, nella profondità del nostro essere, il desiderio di vivere una vita piena e immortale. È la sete di eterno che solo Dio può soddisfare. L’odierna liturgia ci fa riflettere sulla vita che riceviamo come dono, anche se di continuo minacciata da mali senza numero. Il Libro della Sapienza (Prima Lettura - Sap 1,13-15; 2,23-24) ci assicura che Dio ha creato l’uomo per la vita e non per la morte. Questa non viene da Dio ma «è entrata nel mondo per invidia del diavolo». Nel Vangelo Gesù si mostra in piena sintonia con la volontà del Padre, che è volontà di salvezza, di vita e di amore.

L’evangelista Marco riferisce di una donna malata di emorragia da dodici anni. Venuta a contatto con Gesù, viene guarita. Subito dopo Gesù richiama in vita la figlia di uno dei capi della sinagoga, Giàiro. San Paolo (Seconda Lettura - 2Cor 8,7.9.13-15) invita i cristiani di Corinto a essere generosi, partecipando alla colletta organizzata per i poveri della Chiesa di Gerusalemme. L’iniziativa di Paolo va incontro a una comunità che è nel bisogno, ma ha pure lo scopo di stringere legami più forti tra le Chiese venute dal paganesimo e la Chiesa madre di Gerusalemme.

Il 28 giugno si conclude l’Anno Paolino con le solenni cerimonie presiedute dal SS. Benedetto XVI. Proprio pochi giorni prima della fine di questo particolare anno, la parrocchia è stata pellegrina sulle orme dell’apostolo delle genti visitando tutti i luoghi principali della vita di Paolo a Roma, dalla prigionia al carcere mamertino, all’abbazia delle tre fontane (luogo del suo martirio), fino a S. Paolo fuori le mura (luogo dell’attuale presenza del corpo di Paolo).



INIZIO ANNO SACERDOTALE

Dal 19 giugno si è aperto l’anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney (1859). Avrà come terma «Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdozio». Sia «fonte di grazia, di gioia e di opportunità - dice il Card. Claudio Humes - di rinnovamenteo interiore dei sacerdoti per il bene della Chiesa tutta».


SOTTOSCRIZIONE PER EMANUELE D.

Da pochi giorni è iniziata una sottoscrizione per aiutare un ragazzo trentenne della nostra parrocchia, Emanuele D., che ha avuto un gravissimo incidente stradale e per le quali cure è dovuto andare in una clinica di Verona. L’altro giorno in parroco ha consegnato i primi 800 euro che sono stati consegnati direttamente alla famiglia.
ESCLUSIVAMENTE IL PARROCO E LE SUORE SONO AUTORIZZATE A RACCOGLIERE LE OFFERTE!!


CAMBIANO GLI ORARI DELLE SS. MESSE

Dal giovedì 2 luglio cambiano gli orari delle SS. Messe festive e feriali che si manterranno tali sino a lunedì 31 agosto secondo questi orari:
- GIORNI FERIALI: 08:00 - 19:00
- GIORNI FESTIVI: 08:00 - 10:00 - 19:00


NON SI ACCETTANO PIU’ INDUMENTI

La Caritas parrocchiale non accetterà più indumenti fino alla fine del mese di settembre per evitare l’accumulo dei vestiari nei locali parrochiali durante tutta l’estate per ovvi motivi igenici.
DURANTE TUTTA L’ESTATE E’ MANTENUTO IL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DEI VIVERI ALLE FAMIGLIE BISOGNOSE, QUINDI SI PUO’ CONTINUARE A PORTARE LE SPESE PER GLI ASSISTITI.




-  XIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Sassari
20/06/2009


XIIa DOMENICA TEMPO ORDINARIO

«CHI E’ DUNQUE COSTUI, CHE ANCHE IL VENTO E IL MARE GLI OBBEDISCONO?»

Marco 4,41
    

VANGELO SECONDO MARCO (Mc 4,35-41) In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».


Le vicende della vita inducono talvolta a doversi misurare con difficoltà e con vere e proprie tempeste. In tal caso soltanto la fiducia in Dio può riequilibrare la situazione e ridonarci la speranza e la voglia di lottare. Il Signore si rivolge a Giobbe (Prima Lettura - Gb 38,1.8-11), affermando la sua onnipotenza che è capace di dominare il mare, simbolo del male che invade la terra. Giobbe china il capo nella fede, confessando la propria ignoranza.

San Paolo ai Corinzi (Seconda Lettura - 2Cor 5,14-17) ricorda che Gesù per amore nostro si è consegnato alla morte di croce. Egli non usa il miracolo per salvare se stesso, insegnandoci così a spogliarci di ogni forma di egoismo e a vivere nell’amore. Il Vangelo ci presenta Gesù che parte con i discepoli per andare all’altra riva del Lago di Galilea. Stanco, si addormenta a poppa sul cuscino. Il Maestro appare qui in tutta la sua umanità! Sul lago, intanto, si solleva una grande tempesta. I discepoli, in preda alla paura, svegliano Gesù che placa la tempesta. Ma li rimprovera a motivo della loro mancanza di fede. Esposti alle prove della vita, siamo invitati a non perdere mai la fiducia in Dio.



INNO ALLA VITA (PER LE NEO-MAMME)

Caro figlio mio, finalmente sei venuto al mondo! Per nove lunghi mesi ti ho custodito dentro di me: io e te una cosa sola; una vita che cresce piano piano, un progetto meraviglioso che non conosce legge, se non quella dell’amore. Sei nato non solo per essere mio: tu sei del mondo! Le tue piccole mani diventino forti, grandi per amare, per poterti rialzare dalle tante cadute che il mondo ti riserverà; i tuoi piedi sappiano percorrere le giuste strade, siano una buona guida per coloro che saranno vicino a te; la tua mente sia sempre rivolta a un bene comune, idee di pace, di fratellanza e di amore. Il mondo ha bisogno di te perché tu sei del mondo e ricorda che agli occhi di tua madre e a quelli di Dio tu sarai sempre speciale e unico perché tu sei del mondo.


SOTTOSCRIZIONE PER EMANUELE D.

Da pochi giorni è iniziata una sottoscrizione per aiutare un ragazzo trentenne della nostra parrocchia, Emanuele D., che ha avuto un gravissimo incidente stradale e per le quali cure è dovuto andare in una clinica di Verona. L’altro giorno in parroco ha consegnato i primi 800 euro che sono stati consegnati direttamente alla famiglia.
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NON SI ACCETTANO PIU’ INDUMENTI

La Caritas parrocchiale non accetterà più indumenti fino alla fine del mese di settembre per evitare l’accumulo dei vestiari nei locali parrochiali durante tutta l’estate per ovvi motivi igenici.
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PELLEGRINAGGI 2009 - ROMA & MEDJUGORJE

Come consuetudine, a Natale, annunciamo i pellegrinaggi dell’anno successivo: dal 21 al 25 giugno ROMA, in occasione della chiusura dell’Anno Paolino; dal 1 all’8 luglio MEDJUGORJE-CASCIA-LORETO-ASSISI.
Per visionare i programmi dettagliati potete recarvi in parrocchia e richiederne una copia oppure scaricarla alla sezione Pellegrinaggi cliccando quì.




-  SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI

Sassari
14/06/2009


SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI

«PRENDETE, QUESTO E’ IL MIO CORPO»

Marco 14,22
    

VANGELO SECONDO MARCO (Mc 14,12-16.22-26) Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.


Ogni domenica è Pasqua. Ogni domenica pone al centro del credente la celebrazione del mistero pasquale, dell’Eucaristia. L’antico Israele pone un sigillo all’alleanza con Dio sacrificando animali (Prima Lettura - Es 24,3-8). La nuova alleanza con Dio, sigillata con il Sangue di Cristo, si perpetua nei secoli attraverso l’obbedienza alla sua parola e attraverso il dono di sé nell’amore verso i fratelli (Seconda Lettura - Eb 9,11-15). Il Signore Gesù è diventato l’unico sacerdote e mediatore della nostra salvezza. E noi diventiamo partecipi di questa salvezza soltanto nella misura in cui percorriamo la sua strada, facendo sempre più della nostra vita un sacramento d’amore.

Donando il suo amore nell’Eucaristia Gesù non insegna soltanto all’uomo le esigenze della sua umanità; gli dona anche la forza di quell’amore che porta a perfezione la vita umana. L’amore di Cristo diventa pane e vino, nutrimento e bevanda; diventa quindi realtà che l’uomo può e deve fare propria con una vera assimilazione e la conseguente trasformazione sacramentale di noi in Lui: essere il corpo mistico di Cristo. Sarà questa identità che ci permetterà di dire: «Fate questo in memoria di me» (Vangelo).



L’EUCARISTIA

È nostro desiderio far conoscere Paolo di fronte a diverse tematiche. È la volta dell’Eucaristia. La Prima Corinzi 11,23-24 è uno dei quattro testi del Nuovo Testamento (assieme a Mt 26, 26-29, a Mc 14,22-25 e a Lc 22,15-20) che ci riportano il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia. Il testo paolino è da considerarsi stesura più antica delle altre tre. L’Apostolo si rifà a una tradizione risalente al Signore e che egli ha fedelmente trasmesso ai cristiani di Corinto nell’anno 51-52 d.C. Scopriamo, nell’Eucaristia, l’azione di grazie («dopo aver reso grazie»), la dimensione conviviale ("la Cena del Signore"), il valore sacrificale («il mio Corpo, che è per voi»), il dono che il Signore fa di se stesso fino alla morte, la realtà della presenza vera del Corpo e del Sangue di Cristo («questo è il mio Corpo»), il senso di "memoriale" («fate questo in memoria di me»). Cioè una memoria che rende presente e attuale la salvezza operata da Cristo morto e risorto, la realizzazione della "nuova Alleanza" («questo calice è la nuova Alleanza») profetizzata da Geremia (Cfr Ger 31,31-34), l’attesa della venuta del Signore («Finché egli venga»).
L’Eucaristia è sacramento dell’unità della Chiesa: «Essendo uno solo il pane, noi siamo un corpo solo, sebbene in molti, perché tutti partecipiamo dello stesso pane» (1Cor 10,17). Per questo motivo l’Apostolo ha parole dure contro le divisioni e le sperequazioni nella Chiesa, quando «uno ha fame, l’altro è ubriaco» (1Cor 11,21). Non si può celebrare l’Eucaristia in un contesto di divisioni. Nella comunione eucaristica, invece, dobbiamo trovare la sorgente della comunione ecclesiale.


SOTTOSCRIZIONE PER EMANUELE D.

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-  SOLENNITA’ DELLA SS. TRINITA’

Sassari
07/06/2009



SOLENNITA’ DELLA SS. TRINITA’

«ANDATE DUNQUE E FATE DISCEPOLI TUTTI I POPOLI, BATTENZANDOLI NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO»

Matteo 28,19
    

VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 28,16-20) In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


Il saluto che Gesù rivolge ai suoi discepoli sul monte prima di ascendere al cielo, non è un addio, ma la promessa di rimanere per sempre tra loro: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Queste parole sono il pegno più sicuro che l’umanità non sarà mai abbandonata al suo destino. Il pensiero di Cristo è rivolto a tutte le nazioni, a tutti i popoli, affinché ogni uomo giunga alla salvezza eterna. Nessuno è escluso dal piano di Dio. Il Vangelo di Matteo riferisce del mandato di Gesù agli Apostoli di ammaestrare le genti e di battezzarle nel nome della Trinità.

Il circuito d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo agisce costantemente nel mondo e vuole coinvolgere anche l’uomo. Le parole di San Paolo nella Lettera ai Romani (Rm 8,14-17) confermano questa verità, quando dice che siamo figli di Dio e quindi anche eredi. Occorre trasformarsi in Cristo e seguirlo sulla via che ha tracciato per ognuno di noi, perché solo così potremo essere partecipi di quella gioia infinita che solo la Trinità può offrirci. L’uomo ha già scritto il suo destino: un destino di pace e di felicità. Basta imparare a chiamare Dio con il nome di Padre.



ORIGINI DI QUESTA SOLENNITA’

La genesi della festa, istituita da papa Giovanni XXII nel 1334, è da ricercarsi nel contesto della riforma liturgica carolingia (VIII/IX sec.). L’icona (foto) dipinta da Andrej Rublëv per il monastero della Trinità di San Sergio nel 1411 (e attualmente alla galleria Tret’jakov), fu proclamata dal concilio dei Cento Capitoli di Mosca, nel 1551, modello unico e insuperabile per rappresentare il mistero trinitario.
Essa, denominata Ospitalità o Filoxenia di Abramo, rimanda alla scena biblica dei tre pellegrini apparsi al patriarca presso le querce di Mamre (Gn 18, 1-16), interpretata da alcuni Padri come teofania trinitaria. Dice sant’Agostino: «Che cosa vuole dunque per sé questa visibile Trinità e questa intellegibile unità, se non che si insinui in noi l’idea che sono tre il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, in modo tuttavia da non essere tre dei e signori, ma un solo Signore Dio?».
I pellegrini sono raffigurati come angeli. L’unità è espressa dalla loro posizione all’interno di uno schema circolare: l’inclinazione delle teste rivela una comunicazione perpetua, i gesti delle mani che convergono verso il calice, prefigurazione del sacrificio del Figlio di Dio, indicano unità nella volontà e nell'azione, i tratti quasi identici manifestano l'unità e la distinzione delle Tre Persone che sono rappresentate secondo il Simbolo di fede, ossia da sinistra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.


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-  SOLENNITA’ DI PENTECOSTE

Sassari
01/06/2009


SOLENNITA’ DI PENTECOSTE

«APPARVERO LORO LINGUE COME DI FUOCO, CHE SI DIVIDEVANO, E SI POSARONO SU CIASCUNO DI LORO»

Atti 2,3
    

ATTI DEGLI APOSTOLI (At 2,1-11) Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».


È la PENTECOSTE, è la festa della Chiesa. Nel Cenacolo lo Spirito Santo ha dimostrato la capacità di cambiare il cuore dell’uomo e di aprirgli la mente per comprendere il mistero divino. Giovanni nel Vangelo (Gv 15,26-27; 16,12-15) insiste sugli effetti che la discesa dello Spirito Santo ha prodotto negli Apostoli. Da uomini titubanti e incerti vengono trasformati in autentici testimoni della risurrezione. Vengono messi in condizione di comprendere la verità e di rendere testimonianza a Cristo. Questa trasformazione è ben descritta dall’Apostolo Paolo nella Lettera ai Galati (Gal 5,16-25), quando dice che lo Spirito rende l’uomo libero e distaccato da tutto ciò che gli impedisce di compiere il bene.



SCIOGLIMENTO DEL VOTO ALLA MADONNA DELLE GRAZIE

Domenica 31 maggio, in concomitanza con la Solennità di Pentecoste e con la conclusione del mese mariano, la Chiesa in Sassari si riunisce per festeggiare la B.V. delle Grazie e scioglierle il voto che più di mezzo secolo fà, la città fece per chiedere la grazia di preservare Sassari dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
La città fu preservata e da quell’anno, ogni anno, tutta la cittadinanza con le autorità locali si ritrova festante ad onorare la Vergine e lodare Dio per la grande grazia ricevuta. L’appuntamento è alle 18:00 in Cattedrale per la S. Messa e subito dopo la solenne processione col simulacro della Vergine.


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